Pietro Consagra. Il colore come materia, Taormina, Teatro Antico

Pietro Consagra. Il colore come materia, Taormina, Teatro Antico, 2021 ph. Fabrizio Villa
Pietro Consagra. Il colore come materia, Taormina, Teatro Antico, 2021 ph. Fabrizio Villa
Pietro Consagra, Bianco Macedonia e scaglie di ossidiana, 1977, marmo bianco di Macedonia e ossidiana, 82 x 58,5 x 15,5 cm ph. Fabrizio Villa

Pietro Consagra. Il colore come materia, Taormina, Teatro Antico, 2021 ph. Fabrizio Villa
Pietro Consagra, Ferro rosso, 1995, ferro dipinto, 139 x 120 x 1 cm ph. Fabrizio Villa
Pietro Consagra, Ferro trasparente rosso, 1965, ferro dipinto, 94,2 x 75 x 4 cm ph. Fabrizio Villa
Pietro Consagra, Piano sospeso bianco, 1964, legno dipinto, 170 x 154 x 2 cm ph. Fabrizio Villa

17 maggio - 30 ottobre 2021
Pietro Consagra. Il colore come materia
Taormina, Teatro Antico

In occasione del centenario della nascita di Pietro Consagra (Mazara del Vallo, 1920 – Milano, 2005), il Teatro Antico di Taormina ospita la mostra Pietro Consagra. Il colore come materia.
A cura di Gabriella Di Milia e Paolo Falcone, l’esposizione è promossa dalla Regione Siciliana, Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità siciliana, dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, con l’organizzazione di Electa, in collaborazione con l’Archivio Pietro Consagra; il progetto di allestimento è curato dall’architetto Ruggero Moncada di Paternò.

Una selezione di opere dell’artista, realizzate tra il 1964 e il 2003, intrecciano un inedito dialogo con le memorie del Teatro Antico di Taormina e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air aniconico e atemporale, dove per Consagra la scultura è “fantasia, ricerca, esperienza e provocazione” e questa mostra intende proporre al visitatore una lettura della sua opera, attraverso nuovi codici percettivi e linguistici della contemporaneità.

Come la tragedia nel teatro dell’antichità era uno spettacolo di sintesi, anche la mostra nel complesso monumentale del Teatro Antico di Taormina sarà una sintesi rappresentativa dell’incessante ricerca di Consagra di tecniche, materie e colori espressivi che hanno dato vita a opere volte a suscitare un senso di libertà e un impulso a interrogarci sugli accadimenti contemporanei.
Con la sua opera, il suo pensiero e i suoi scritti, l’artista rappresenta la metafora di un’identità che si può ricondurre alle origini mediterranee ma è soprattutto la sua rivoluzionaria concezione dell’opera nello spazio ad aver aperto la strada alle nuove generazioni di scultori come Kounellis e altri.

L’architetto Ruggero Moncada di Paternò ha incentrato il progetto di allestimento sull’idea di un duplice punto di vista, in sintonia con la poetica ambientale che connota la scultura frontale dell’artista. 
In maggior parte, le opere sono allestite nella Summa Cavea sotto le arcate della Galleria ancora integre e tra i pilastri che sostenevano un tempo gli archi non più esistenti, quasi a memoria del fatto che anticamente in questa area erano disposte delle sculture. Questa sequenza di opere può far pensare al legame che l’umanità oggi può avvertire attraverso l’arte con il passato nel quale ha le sue radici, ma è anche in accordo con l’intenzione di Consagra di non creare mai un centro autoritario, ma una libera molteplicità di punti di contatto con l’osservatore. Tutte le stesse sculture potranno essere osservate in un colpo d’occhio anche da un punto di vista opposto cioè dall’Orchestra seguendo con lo sguardo le direzioni dei Vomitoria della Cavea. Un’altra emblematica disposizione è costituita dal Piano sospeso bianco collocato sul muro a sinistra della Scena, storicamente rimasto sempre privo di decorazione, in modo che gli spettatori che sono nella Cavea siano messi in dialogo diretto, frontale, con l’opera di Consagra. I frequentatori della mostra potranno inoltre sperimentare un sorprendente e corporeo coinvolgimento in un angolo appartato della Summa Cavea affacciato sulla costa litoranea dove è stata collocata la scultura Matacubo sulla quale, secondo l’intenzione dello stesso Consagra, è possibile sedersi.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da Electa.