MATACUBI, MILANO, NILUFAR DEPOT

Pietro Consagra, Matacubi, Nilufar Depot, Milano, 2021 ph. Mattia Iotti
Pietro Consagra, Matacubo, 2003, ferro dipinto, 70x113x32,5 cm

Pietro Consagra, Matacubo, 1985, ferro dipinto, 54×164,3×38 cm
Pietro Consagra, Matacubo, 1985, ferro dipinto, 54×164,3×38 cm

MATACUBI DI PIETRO CONSAGRA
7 settembre – 27 novembre 2021
NILUFAR DEPOT, VIALE LANCETTI 34, MILANO

Nilufar presenta MATACUBI DI PIETRO CONSAGRA a cura di Nina Yashar con Luca Massimo Barbero in collaborazione con Archivio Pietro Consagra. Exhibition design Ruggero Moncada di Paternò.

Nina Yashar inaugura nello spazio di Nilufar Depot un nuovo percorso nei territori dell’arte. La mostra, curata insieme a Luca Massimo Barbero, svela per la prima volta al pubblico una serie unica di opere scultoree di Pietro Consagra (1920 – 2005) di grandissima attualità. Nel grande atrio di Nilufar Depot saranno ambientati nove Matacubi, sculture-oggetto realizzate a partire dal 1985 da uno dei più prestigiosi esponenti dell’astrattismo internazionale, le cui opere sono esposte nei più importanti musei del mondo, tra cui il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, il MoMA di New York, la National Gallery di Washington, l’Ermitage di San Pietroburgo, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Musée d’Art Moderne Centre Georges Pompidou di Parigi.

L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio Pietro Consagra e allestita da Ruggero Moncada di Paternò, intende rivelare un nucleo di opere “dalle forme tondeggianti e sensuali, che si snodano in modo da attrarre a sedersi in due o in tre, stabilendo un ludico coinvolgimento diretto e immediato con il fruitore”. Così Gabriella Di Milia, direttrice dell’Archivio Pietro Consagra, descrive la serie dei Matacubi, svelando anche l’origine del nome: “Il termine matacubo, che in dialetto siciliano indica oggetti molto compatti e spesso ingombranti, è scelto dall’artista come titolo paradossale di opere avvincenti, realizzate in marmo o in ferro dipinto, che possono costituire anche una proposta alternativa alle panchine”.

Proprio questa doppia natura tra scultura ed oggetto di possibile utilizzo – poiché ci si può sedere – rivela la straordinaria contemporaneità di queste opere. “Il Matacubo – per Luca Massimo Barbero – si presenta non solo con il suo nome vernacolare, in questo suo essere ingombro, sensualmente impegnativo, ma è anche una scoperta delle origini, di ciò che è vita, di ciò che è l’oggetto e di ciò che significa sentirlo nella sua fisicità, scoprendone anche, con sorpresa, la varietà dei materiali. I Matacubi sono oggetti e sono sculture, la loro ambiguità è la loro ricchezza. Sono l’incontro tra la linea d’orizzonte, la gravità, il piano e l’articolazione tridimensionale, ma anche l’applicazione della cosiddetta scultura frontale. Nei Matacubi ciò che vedi non è ciò che è, c’è una duplice anima, si cerca il piacere dell’occhio da una parte e dall’altra, tolti dal piedistallo, diventano una seduta da toccare e vivere.”

L’occasione di questa mostra è nata da una visita all’Archivio Pietro Consagra – durante la quale Nina Yashar è stata affascinata dai Matacubi, “opere che coinvolgono con la loro bellezza, ma anche oggetti con una funzione. Da un lato trasmettono una sorta di timore reverenzialerispecchiando il pensiero dritto e rigoroso dell’artista, dall’altro attraggono ad entrare in relazione con loro, una relazione tattile e fisica, in cui le forme invitano a interagire.”

Esponendo queste opere nel proprio spazio, Nina Yashar dichiara: “sono felice di pensare che Pietro Consagra potesse desiderare che le sue sculture vivessero anche in ambienti domestici diversi dai luoghi istituzionali e dai musei.

L’installazione è stata anche un’occasione di dialogo tra i curatori e Patricia Urquiola, Martino Gamper e Brigitte Niedermair, dando vita ad un video prodotto da Olympìque.

In occasione della mostra, sarà presentato anche un catalogo realizzato in tiratura limitata: “Matacubi di Pietro Consagra”, a cura di Luca Massimo Barbero, in dialogo con Gabriella Di Milia e Nina Yashar, in collaborazione con Archivio Pietro Consagra. Edito in italiano ed inglese da Marsilio Editori, sarà disponibile presso gli spazi di Nilufar Gallery e Nilufar Depot, oltre che in tutte le librerie d’Italia.

Sarà inoltre disponibile presso gli spazi Nilufar e sul nuovo e-commerce pickedbyNina.com la scultura di Pietro Consagra, “Stella di Gibellina”, 1980, ottone lucidato, 18,1 x 20,5 x 1,5 cm e base in ottone lucidato 0,8 x 18 x 4,5 cm. Edizione limitata e numerata in 25 numeri romani dalla collezione dell’artista.