Pietro Consagra. Ornamenti, Milano, 10 Corso Como

Pietro Consagra, Maschera repertorio PC/1, 1969. Foto Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati
Pietro Consagra, Maschera repertorio PC/4. Foto Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati

Pietro Consagra. Ornamenti
21 febbraio - 5 aprile 2024
Milano, 10 Corso Como
A cura di Alessio de' Navasques

Concepita come una piccola, ma preziosa mostra, in occasione dell’inaugurazione e apertura dei rinnovati spazi della Project Room di 10 Corso Como, Pietro Consagra. Ornamenti a cura di Alessio de’ Navasques, ricostruisce uno speciale episodio all’interno della pratica scultorea di Pietro Consagra: la collezione di maschere per il viso e ornamenti per il corpo, realizzati nel 1969 in collaborazione con GEM GianCarlo Montebello, laboratorio per la produzione di gioielli d’artista.

Per la prima volta troviamo riunita l’intera serie di ornamenti – vere e proprie sculture da indossare in oro, argento e pietre: maschere, cache sex, l’Ornamento per il viso Morso realizzato in oro e corallo, gli schizzi e i disegni preparatori, la documentazione dell’esperienza sperimentale dell’atelier di Montebello a Milano, assieme a scritti e pubblicazioni dell’epoca provenienti dall’Archivio Pietro Consagra di Milano oltre alle foto vintage scattate da Ugo Mulas, dove Benedetta Barzini “veste” i gioielli.

In un momento di grande fermento sociale e culturale, agli albori del movimento femminista, prima della fondazione nel 1970 di Rivolta femminile, in cui Carla Lonzi, all’epoca compagna dell’artista, è una delle iniziatrici dell’autocoscienza e della affermazione della differenza sessuale, Consagra realizza ornamenti per il viso e il corpo che oltrepassano il fine estetico. Sono maschere che conferiscono un nuovo, fantasioso, aspetto al volto e che alludono alla rivolta della donna contro gli stereotipi a lei assegnati dalla società maschile, sul crinale di una provocazione che è anche ludica. Terminano infatti con una bacchetta all’altezza della bocca che sembra quasi un morso, ma che è mobile, sospeso e senza costringere, rivela un gioco ironico e sensuale. Come scrive l’artista “Prima del Femminismo, dal 1969 al 1971, fare un gioiello era ancora facile. Progettai “maschere” d’argento che portavano davanti alla bocca una asticella orizzontale che funzionava come linguaggio muto per frustrazione, come morso per recitare obbedienza. Era un convivere e un incontrarsi politico con Carla Lonzi. Le maschere perciò non erano soltanto ornamentali.”

In mostra saranno esposti anche Spessori in prospettiva del 1968, una tipologia di Inventari in cui Consagra fisicamente proietta la stessa immagine frontale in un prolungamento che determina uno spostamento della visuale. Queste opere prefiguravano varie e possibili prospettive che si potevano sperimentare guardando gli Edifici della Città Frontale, ideata da Consagra nello stesso 1968 come un’opera d’arte dalle forme trasparenti e ondulate. Gli Edifici bifrontali infatti, che erano strutturati a piano curvo continuo, sembravano corpi accoglienti e avviluppanti quasi simili a parti di figure femminili. Un anno dopo vengono creati dall’artista ornamenti che avvolgono il corpo. E da una frontalità di massima dimensione riduce al minimo nei gioielli, gli Spessori senza che perdano la loro particolare natura espressiva. Nell’Ornamento per sopracciglio, mobili barrette, che terminano con una stella, un cerchio, un quadrato, un triangolo e un esagono, simbolicamente velano lo sguardo ma non attenuano la visione, anzi indicano, in senso lato, un cambiamento di prospettive per la donna.