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CONSAGRA ALLA 16. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA. ARCIPELAGO ITALIA, VENEZIA 2018

16° Biennale di Architettura di Venezia, Padiglione Italiano Arcipelago Italia, Pietro Consagra: Modello del Teatro di Gibellina, 1972 (attuale ricostruzione) e Città Frontale. Tris Trasparente n.2. Edificio n.4, n.5, n.6, 1968, acciaio inox, 43x150x50 cm
6° Biennale di Architettura di Venezia, Padiglione Italiano Arcipelago Italia, Pietro Consagra: Modello del Teatro di Gibellina, 1972 (attuale ricostruzione)

Fino al 25 novembre 2018
16. Mostra Internazionale di Architettura. La Biennale di Venezia
Padiglione Italia, Tese delle Vergini, Arsenale

All’interno del Padiglione Italia, curato dell’architetto Mario Cucinella, alla 16. Mostra Internazionale di Architettura. La Biennale di Venezia 2018, aperta al pubblico fino al 25 novembre 2018, uno degli otto itinerari per un viaggio nell’Arcipelago Italia è dedicato al Teatro di Gibellina di Pietro Consagra, rimasto incompiuto. Progettato dallo scultore nel 1972, il teatro rispecchia la concezione della Città Frontale del 1968, di cui sono anche esposti modelli in scala di edifici, privi di angoli retti e in una disposizione urbanistica sfalsata “a maglia larga”.

Gli Edifici Frontali (1968) in acciaio inox di Consagra, con due identiche facciate trasparenti, hanno un profilo a “piano curvo continuo” e si presentano come avvolgenti e accoglienti sculture abitabili, nelle quali piani incurvati, pendenze e livelli differenziati, determineranno un comportamento attivo stimolando l’immaginazione dell’Autore interno – in questo Consagra prevede si trasformerà ogni abitante – che, come egli scrive nel saggio teorico “La Città Frontale”, pubblicato nel febbraio del 1969, potrà vivere l’arte come “unico modo di tenersi sospettosi, suscettibili, nervosi, insofferenti, evasivi, entusiasti, equilibrati, squilibrati, attenti, aggressivi, pigri, fantasiosi, libidinosi, liberi, inafferrabili.”

Già dal 1968 Consagra si oppone al cattivo uso dell’architettura razionalista affermando: “Non vorremmo più stare dentro dei cubi, non vorremmo che ci proponessero di abitare dentro sfere e tubi. Non vorremmo stare dentro alcuna dimensione prestabilita dal carattere di produttività standardizzata. Non vorremmo stare dentro alcun concetto di stabilizzazione. Qualsiasi spazio ci capiterà di dover usare, deve essere mobile, provvisorio, trasparente, paradossale, sfuggente alle strutture eternali di Potere, disponibile alla mutabilità delle scelte.”

Pietro Consagra, Città Frontale. Tris trasparente n. 2. Edificio n. 4, n. 5, n. 6, 1968 acciaio inox, 43x150x50 cm
Pietro Consagra, Città Frontale. Tris trasparente n. 3. Edificio n. 7, n. 8, n. 9, 1968 acciaio inox, 40,5x150x50 cm