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TIES / LEGAMI, ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA LONDRA

Ties/Legami, Londra, Istituto Italiano di Cultura

29 giugno – 8 settembre 2017
Istituto Italiano di Cultura Londra

Introdotta da Hans Urlich Obrist, direttore di Serpentine Galleries, si è inaugurata a Londra la mostra “Ties/Legami. Pietro Consagra e Ugo Mulas” che trae ispirazione dal lungo rapporto di lavoro e amicizia tra lo scultore Pietro Consagra e il fotografo Ugo Mulas, ed invita lo spettatore a considerare la varietà e l’unicità di relazioni che possono intercorrere nel mondo dell’arte. La loro amicizia ha portato alla pubblicazione di “Fotografare l’Arte”, volume importante per scoprire le correlazioni all’interno di campi differenti, quali la fotografia e la scultura. Umberto Eco, nella prefazione del libro considera che: “Nell’amore dello scultore per il suo fotografo c’è anche questa riconoscenza per un furto rinunciato, per un interlocutore non sottratto”. Infatti, il valore indicale della fotografia entra in sintonia con il desiderio di Consagra di incoraggiare un legame diretto tra la scultura e il pubblico. Come Eco scrive: “E’ una traccia, come il cerchio umido del bicchiere lasciato sul tavolo, o l’orma del piede sulla sabbia. In assenza dell’oggetto ci dice che lì, dove ora c’è il segno era esistito un oggetto come sorgente di raggi luminosi”. Le fotografie di Ugo Mulas danno vita alle sculture in corso di realizzazione, ai movimenti di Consagra al lavoro nello studio di Roma, alle sue opere esposte alla Biennale di Venezia o a New York, concedendoci uno sguardo intimo all’interno del processo creativo dello scultore: dall’ideazione, alla creazione e, infine, all’installazione. Evidenziano, inoltre il costante rapporto che Consagra instaurava con lo spettatore, da lui considerato protagonista attivo, per esempio, nell’attraversamento di Trama, installazione costituita da sette elementi, posta all’entrata del Padiglione italiano alla Biennale di Venezia del 1972. Di Trama sono esposte a Londra le foto scattate durante la sua costruzione in studio e la finale collocazione a Venezia, oltre alla maquette (nello stesso legno dipinto dell’installazione in grande scala) e la pianta calpestabile, in scala 1 a 1, del percorso interno dell’opera. Altre foto di Mulas testimoniano un’ulteriore relazione indissolubile che connota il processo artistico di Consagra: quella tra la scultura e il suo disegno. Ogni scultura di Consagra nasce infatti da un disegno scelto tra tanti, e questo inscindibile legame è stato sottolineato dall’artista: “Mi piace un disegno vivo come la forza di un cavallo da tiro: mi piace la fase dello spostamento verso il mito del finito che mi sgomenta e mi attrae. La mia scultura è legata al disegno per restare con la possibilità di tornare indietro”. E in mostra si possono confrontare alcuni minuscoli tracciati ad inchiostro di china di Consagra con le sculture da essi realizzate nel 1966: sensitive opere in ferro dipinto fucsia, bianco, turchese e rosa.La ricostruzione di Consagra è la prima che ne dia conto dall’interno non senza qualche sobrio ricorso a un’aneddotica che ci restituisce al vivo personaggi e situazioni di quell’epoca. Una scelta di fotografie e di disegni documenta momenti fondamentali della vita e della produzione di Consagra, e una compendiosa scheda finale addita le fasi e le ragioni della sua traiettoria d’artista.